Tante volte mi sono lamentata del fatto che alcuni colleghi non si comportino onestamente.
Mi sono arrabbiata, ho sollevato polveroni, mi sono sentita dire che sono un’incazzosa invidiosa, che sono pesante, che non mostro il meglio di me, ma solo il peggio parlando di queste cose in maniera polemica e poco costruttiva.
Da zero a 1 milione
Ho visto gente passare da 10 a 100k like in 10 minuti, ricevere millemila commenti fatti di cuori e sorrisi da account stranieri e improbabili oppure un solo commento e dalla propria madre.
Ho visto scambi di commenti – io a me tu a me, il do ut des del nuovo millennio.
Ho letto sul mio stesso profilo, sotto le mie foto, commenti scritti a caso, per sbaglio, sotto una caption che parlava d’altro. Commenti buttati lì forse nemmeno da una persona, ma da una app scaricata per seminare commenti un po’ alla cazzo su profili scelti senza criterio, solo per far numero e per ricevere qualche visita al proprio profilo.
Ho visto amicizie nate per interesse. Ho visto gente che pretende rispetto pur non avendone per gli altri, solo perchè “io ho i numeri e tu non sei nessuno”.
Ho sentito dire prima una cosa e poi il suo esatto contrario, perchè faceva più like.
Compro anche io?
Io stessa molte volte ho pensato che se funziona così e se tutti barano forse dovrei barare anche io. Lo dico sempre, ma non c’è stata una sola volta in cui io abbia pensato davvero di scrivere su google “Comprare followers”.
Qualcuno che lavora nel settore da molto tempo e che si intende di queste dinamiche mi ha suggerito di farlo “perchè tanto lo fanno tutti e se resti indietro gli altri continueranno a superarti”.
Qualcuno invece mi ha detto di smettere di parlarne perchè fare polemica non è bello, ma è molto più costruttivo mostrare una bella vetrina di quello che si è capaci di fare.
Basta denunciare, stai zitta, vai avanti e fai il tuo…se sei capace!
Una persona mi ha detto che semplicemente dovrei riflettere sul fatto che io non sono capace di fare quello che fanno gli altri, evidentemente molto meglio di me. Che non so comunicare chi sono e cosa faccio, che non so fare altro che cucinare e lo faccio pure poco.
Ai posti di partenza
Per carità, non dico di aver fatto del mio meglio in questi anni, ma nemmeno tanto male.
Ho fatto tantissime cose belle e con un entusiasmo che solo chi ha lavorato con me può raccontare.
Non posso vantarmi di essere una professionista, ma posso affermare di essere una che se si prende un impegno lo porta a termine nel migliore dei modi, nel rispetto del lavoro e della fiducia altrui.
Ho scritto per me stessa e per altri, ho pubblicato un libro, sono finita in TV. Non sono cose da poco anche se essendo io EGOMINUTA tendo sempre a farle passare per cazzate! Però no.
Sono cresciuta tanto per le mie possibilità e con i limiti dell’essere lontana dal centro di tutto, dagli eventi, dagli incontri con le persone giuste e con le amicizie giuste. Sono cresciuta imparando dai miei sbagli perchè non c’è un manuale che ti insegna a fare questo mestiere se no da brava secchiona lo avrei studiato.
Quando sono partita con questo lavoro non eravamo in molti e non c’erano questi numeri, forse questo non era nemmeno un vero lavoro. Di sicuro, non c’era Instagram.
A mio parere è stato proprio Instagram a ribaltare tutto, a cambiare le carte in gioco perchè su Facebook ce la facevi a raggiungere un bel pubblico – bello forse no, ma numeroso si e ci riuscivi di più se sponsorizzavi i post e se avevi dei bei contenuti, ma che io sappia non si poteva barare. Sponsorizzare era lecito, come lo è su IG. Ma barare è più facile.
Stessa cosa valeva per Youtube. Eravamo in pochi e quelli che sono cresciuti sono stati i più bravi e costanti.
Poi ho scoperto che anche lì si può barare, ma questo davvero non me l’aspettavo e ci sono rimasta tanto male.
Sarei una brava youtuber anche io se in questi anni fossi stata costante, avessi comprato le attrezzature giuste e avessi fatto dei corsi per imparare a fare dei bei video. Lo ammetto, non sono stata lungimirante in questo, ma non è mai troppo tardi e noto con un certo conforto che almeno nei video paga l’essere se stessi e quelli che si mostrano con una maschera vengono scartati al volo. Su Youtube poca finzione e più fatti. Amen!
Poi è arrivato IG e molte delle persone che sono partite con me, e anche dopo di me, hanno fatto un salto enorme.
Qualcuno meritatamente, altri non so ancora spiegarmi come.
Ci sono anche quelli bravi
Non voglio dire che tutti sono brutti, cattivi e disonesti perchè non è così.
Ci sono persone bravissime e professionali che hanno trovato la chiave giusta per parlare ad un pubblico enorme.
C’è chi fa ridere, chi sa scrivere, chi propone dei contenuti diversi da tutti gli altri, chi sa tenere il video e in 15 secondi ti rapisce, chi crea un rapporto speciale con i followers e che riesce a riportarli a sé giorno dopo giorno come un appuntamento fisso e imperdibile.
Poi ci sono i personaggi pubblici, ma questa è un’altra storia. Qui parliamo di gente normale.
Io stessa seguo delle persone che amo, stimo, ammiro e non mi perdo una loro story cascasse il mondo. Tra quelli che c’erano anni fa insieme a me c’è gente davvero tanto tanto brava che merita quello che ha ottenuto, altri bravi rimasti come me dov’erano e altri ancora bravissimi entrati per sempre nel dimenticatoio perchè si sono rotti le palle di certe dinamiche e hanno mollato il colpo.
Fatti furbo!
Poi ci sono i furbi, perchè è inutile dire che non ci sono.
C’è chi ha creato dei gruppi di scambio, chiamiamoli così. E per gruppi di scambio non intendo solo chi si commenta reciprocamente, ma anche gente che si lega magari ad un portavoce importante per ottenere consensi tramite i suoi tag e qualche comparsata nelle story.
Io credo nell’amicizia sui social, molto, e lo dimostra il fatto che ho amiche che da virtuali sono diventate reali.
Ho perso negli anni anche alcune amiche social e questa cosa mi ha fatto soffrire come quando perdi un’amica nella vita reale. Succede. È la vita. Ma che non si dica che non tengo alle amicizie.
Comunque, tutto questo preambolo per dire che li sgamo subito i rapporti di convenienza. Voi no?
Soldi soldi soldi
Non voglio nemmeno parlare di quelli che i numeri grandi li hanno comprati, 100 al giorno…per giorni, mesi e anni. Un po’ alla volta perchè se te ne compri 50k in una settimana sei fesso e ti sgamano subito., se ne compri 10 oggi, 50 domani e 30 dopodomani non ti becca nessuno e poi social blade tanto non lo guarda nessuno e ti buoi oscurare pure se vuoi! I report alle agenzie come li mandi se non hai raggiunto gli obiettivi? Bè ma che ci vuole? C’è photoshop.
– Io non l’ho nemmeno mai acquistato quel programma e non saprei come utilizzarlo. Quanto sono sfigata! –
Queste persone lì io le paragono a quelli che per vincere una gara di corsa fanno lo sgambetto all’avversario oppure scelgono di battersi solo con i più deboli. Queste persone non sono proprio degne della mia stima e mi stupisco ancora del fatto che qualcuno li faccia lavorare.
Occhio perchè queste persone si nascondono benissimo tra noi e sono molte volte le stesse persone che fanno campagne contro i disonesti dei social pensando che avendo acquistato tutti i loro followers anni fa il reato sia praticamente caduto in prescrizione. E ci credono davvero.
“L’ho fatto molto tempo fa, non se ne accorgerà mai più nessuno. Non è mai successo.”
In effetti quelli che li fanno lavorare non se ne accorgono davvero…
Il pubblico che vorrei
Tra tutti quelli che non sono stati onesti in questi anni però c’è chi ha conquistato comunque una bella fetta di pubblico. Ok, non hanno giocato ad armi pari, ma devo riconoscere che alla fine da qualche parte sono arrivati e il loro seguito ce l’hanno.
E questo è il punto. Di che seguito stiamo parlando?
Mi lamento magari del fatto che i contenuti di queste persone siano finti, studiati, spesso ridicoli eppure super commentati e amati.
Ma le questioni sono due: Io pubblicherei mai certi contenuti? Io vorrei mai avere quella fetta di pubblico?
Io sarei capace di mostrarmi diversa da come sono, di snaturarmi solo per avere l’approvazione di un grande pubblico? Mi piacerebbe essere osannata perchè ostento qualcosa che non esiste nella realtà?
Vorrei dei followers che commentano tutto quello che faccio, qualsiasi cosa io faccia, senza alcun senso critico, ma sempre con un cuore, un “sei stupenda”, “sei fantastica”?
Vorrei dei bei numeri, questo si, ma di sostanza!
Io voglio il riscontro vero.
Sono felice di “influenzare” in modo positivo e reale.
Sono contenta quando vi consiglio la cioccolata e dopo un minuto siete al supermercato a comprarla solo perchè vi fidate di me, sono felice quando mi chiedete un consiglio, quando mi scrivete che avete provato una mia ricetta, quando mi segnalate qualcosa che sapete mi piacerà o forse no.
Vedo che tante influencer di successo non hanno questo rapporto di fiducia con i followers e mi chiedo allora cosa trasmettano con i loro post programmati e pure un po’ paraculo!
Incapace, onesta, serena
Dopo una lunga discussione con un’amica che stimo molto, oggi sono giunta ad una conclusione.
Forse aveva ragione la persona che tempo fa mi ha detto che non sono brava come quelli che hanno più numeri di me e che invece di lamentarmi dovrei lavorare meglio sulla mia persona e su quello che voglio “vendere” di me.
Io, continuando a credere fortemente che l’onestà e la sincerità in quello che faccio mi porteranno da qualche parte, voglio comunque promettere a me stessa che lavorerò meglio, che studierò perchè non bisogna mai smettere di imparare, che prenderò quello che di positivo portano i social e allontanerò la negatività. Mi migliorerò perchè c’e sempre da migliorare e ascolterò i vostri consigli, anche quando saranno critiche.
Non posso promettere di non arrabbiarmi mai più davanti alla disonestà, ma continuerò a credere fortissimamente in quello che faccio come facevo un po’ di anni fa prima di entrare in questo vortice.
Le cose cambieranno forse, ma dovrebbero cambiare dal profondo.
Io da parte mia vorrei imparare ad avere più rispetto per me stessa e credere di più in quello che faccio, e vorrei vedere negli altri più rispetto per chi segue, chi legge, chi mette un like e chi scrive un commento, perchè non si prendono in giro le persone che ripongono fiducia in noi che di mestiere facciamo comunicazione.
Poi se vogliamo parlare di INFLUENCER, allora io non sono la persona giusta!